Si avvicina, si avvicina...non sentite il tasso glicemico impennarsi?
Io si. E mi sento come una tenera meringa carammellata ripiena di zucchero filato e canditi...un micidiale nemico dell'igiene orale, per dire. Al punto che voglio deliziarvi con un mio breve componimento che, tuttosommato, parla del natale. Del natale di chi, al di là dell'opportuna assenza di buoi ed asinelli (si era comunque in un presidio ospedaliero del SSN), nasceva circa 11 mesi fa e non aveva ancora un nome. Per questo lo si chiamava "piccoletto" e si pensava a lui non come a un insonne diavolo della Tasmania ma come ad un dolce batuffolo di amore...
Piccoletto
L’incantesimo lieve
del battito primitivo,
l’essere dal non essere…
il respiro del mondo
è un calore familiare.
Beato, nella grazia del frammento,
attendo il rumore del giorno.
In questo deserto d’ombra
la felicità è la risacca di una tenda,
il tempo, un’orma sulla sabbia.
Così, per ora,
il sole può aspettare…
del battito primitivo,
l’essere dal non essere…
il respiro del mondo
è un calore familiare.
Beato, nella grazia del frammento,
attendo il rumore del giorno.
In questo deserto d’ombra
la felicità è la risacca di una tenda,
il tempo, un’orma sulla sabbia.
Così, per ora,
il sole può aspettare…
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