venerdì 9 maggio 2008

Don't give up the fight

Il nostro, oltre ad essere uno dei più belli del mondo (grazie, soprattutto, ai nostri predecessori), è anche il paese di pulcinella, della criminalità organizzata e di "misteriosi affari di stato" spesso macchiati di sangue. Le occasioni per rammentarlo non mancano certamente. Oggi, ad esempio, si commemora l'uccisione del giovane militante siciliano Peppino Impastato (5 gennaio 1948 - 9 maggio 1978) e quella del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro (23 settembre 1926 - 9 maggio 1978). Due omicidi emblematici, le cui responsabilità, dirette ed indirette, penali e politiche, sono state a lungo nascoste e non sono mancati tentativi di insabbiamento, minimizzazione e depistaggio.
Per moltri altri delitti, invece, la verità non è trapelata affatto, coperta dal segreto di Stato, da strane manovre e dall'italica omertà.
Anche quando si è risaliti all'individuazione dei colpevoli non sempre le pene sono state adeguate ai reati commessi. Come ci spiegano anche dei giovani musicisti italiani.

Ma in questo attuale clima di disfacimento, morale in primis ma anche reale, è bene andarsi a cercare quel che c'è di buono e le reazioni positive che sopravvivono sottotraccia, mormorando le proprie ragioni nel mercato berciante del sistema mediatico.
Se il cambiamento (non chiamatela rivoluzione, per carità) dovrà essere culturale, allora, lascia ben sperare un nuovo "movimento" (che non è un movimento, però) letterario definito il "New Italian Epic" dallo scrittore Wu Ming 1 del collettivo omonimo. Una lucida lettura che mi sento di consigliare. Che ho letto (in parte) durante la recente tonsillite e che, sarà stato il delirium febris, mi è sembrata molto bella, interessante e ispiratrice di un certo, indefinito ottimismo. Di questi tempi aiuta.

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