Lo si era detto in tempi non sospetti. Di una riforma della scuola c'era veramente bisogno.
A saperlo, stavamo zitti. E ci facevamo i fatti nostri. (tra le cose da ricordare mettiamo questa: al peggio non c'è mai fine, non chiedere mai al tuo cravattaro di farti uno sconto sugli interessi, ti ritroverari con i pollici frollati).
Comunque la solerzia del nuovo governo si è manifestata, sciaguratamente, anche in questo campo. Le idee rivoluzionarie del maestro unico, del grembiulino, del voto in condotta e del rigore (peccato, a proposito, la dimenticanza del rosario da snoccialare in ginocchio sui ceci secchi per ritemprare lo spirito) non sembrano aver trovato il favore della società contemporanea. Quaranta scuole romane (ma il numero è provvisorio), ad esempio, accoglieranno presto i loro studenti addobbate a lutto per esprimere il proprio dissendo verso la riforma del ministro Gelmimi. I cui effetti più spiritosi, tuttavia, non sono questi. Ma altri, ai quali, guarda caso, hanno dato meno risalto i mass media: la riduzione dell'attività didattica e i tagli al settore per il contenimento della spesa pubblica nazionale.
Con la riduzione dell'attività didattica si trasforma il tempo pieno delle elementari in parking a ore, gratuito per i genitori residenti ma fastidioso per il cervello degli studenti, lasciati in custodia semivigilata ad aspettare l'orario di uscita come piante grasse.
Con l'articolo 64 del decreto legge 112/2008 (convertito nella legge 133/2008), invece, verranno tagliati in tre anni, in base a calcoli grossolani, 101.000 docenti ed oltre 47.000 unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, con una riduzione complessiva di spesa di quasi 8 miliardi di euro. Quasi dimenticavo: le scuole nei piccoli comuni verranno chiuse, dove possibile (si parla di 1000 piccoli comuni interessati). E bruciate magari, per evitare di lasciare indizi.
Ora questo disegno potrebbe sembrare un modo per rendere la scuola pubblica un posto indecoroso e infrequentabile (e pericoloso) rispetto agli standard della scuola privata. Un pò come quello che succede in campo televisivo con la Rai ridotta a diffondere prodotti per cerebrolesi annoiati per far sembrare i programmi mediaset le vette dell'intrattenimento e della cultura occidentale moderna.
Ma siete sulla cattiva strada.
Qui, nel paese dei balocchi, siamo ancora oltre. Siamo, forse, in un incubo futurista alla Fritz Lang in cui non non c'è più bisogno di tramandare il sapere in forma orale o scritta. Quello che serve è invece una bella enciclopedia video, una videopedia, una Ovopedia, la prima enciclopedia in videoclip del mondo: un'opera colossale da migliaia e migliaia di voci che tra qualche mese entrerà nelle case degli italiani via satellite, e forse sul digitale terrestre, e sul Web. Un'operazione sponsorizzata, secondo l'Espresso, dalla Fininvest, da Marcello Dell'Utri e da Andrea Pezzi.
Chissà se a Lollo piacerebbe un futuro in cui invece di andare a scuola basterà guardarsi un pò di videoclip al giorno per imparare le cose del mondo e crescere da uomo fra gli uomini. In maniera semplice. Senza sforzi individuali, nè perdite di tempo prezioso da dedicare alla studio e alla ricerca di sé, all'educazione dei sentimenti e senza la fatica di confrontarsi con gli altri, il maestro, o meglio, i maestri.
Di certo così avrebbe tutto il tempo di giocare con la mia play sul mio divano, mangiando le mie merendine...che futuro orribile.
mercoledì 10 settembre 2008
Boccaccia mia statte zitta!
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5 commenti:
Io mi ritengo un uomo, piccolo, fortunato. Tra le mie fortune annovero avere come compagno di stanza, e di ventura se me lo si permette, il geniale Al. Personaggio che meriterebbe maggior considerazione da chi ci comanda e ci affida compiti che, a volte, potrebbero essere portati a termine da una scimmia ammaestrata.
Non entrerò nel merito della riforma/sfascio di cui parli nel tuo post (inutile e superfluo aggiungere alcunché). Sei un grande,
polle
La cosa grave non e' il grembiule (utilissimo per evitare di sporcarsi i vestiti), il voto in condotta (non sapevo neanche fosse stato abolito) o il maestro unico (la scuola elementare e' fra le migliori al mondo e lo era anche quando c'era un solo maestro). Ma piuttosto quella sensazione (passatemi l'eufemismo) che la scuola non sia prioritaria (come la ricerca, sanita', trasporti, etc.) e che quindi possa essere utilizzata per praticare tagli per ridurre la spesa pubblica. E che bisogni tagliare e' vero, altrimenti come 'salviamo' Alitalia ?
@polle: grazie per le parole e per il commento che era una cifra che non mi cagavi :) bella collega!!
@francesco: pare che per alitalia la strada sia segnata...il fallimento è stato già annunciato
ma una ragione per tagliare si trovarà sempre, no?
Vi ricordate la scena del film "Il signore degli anelli" quando il mago Gandalf muore ? Li disse una cosa molto intelligente : " Fuggite ... Sciocchi!!!"
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